Sabato 6 Giugno alle ore 11 presso la sala consiliare del Comune di Capri il giornalista Luciano Garofalo presenterà il volume “Quirinale, amori e passioni” (Grimaldi editore 2015) di Ermanno Corsi e Piero Antonio Toma.
” Il libro è un viaggio fra il divertente e il divertito sui 39 inquilini del Quirinale dal ‘600 ad oggi, dai 23 Papi-Re ai quattro sovrani Savoia fino ai 12 Presidenti della Repubblica (da Enrico De Nicola a Sergio Mattarella). Senza contare i 10 supplenti quando i Presidenti sono in viaggio o in malattia. Aneddoti ed episodi privati, talvolta piccanti, vocazioni non sempre confessabili, sguardi lungimiranti si mescolano a quelli che non si spingono oltre la punta delle scarpe, interesseranno il lettore e gli faranno capire meglio come siamo fatti noi italiani e chi ci guida dal Colle più alto”
SINOSSI
Arriva in libreria questo “Quirinale amori e passioni” scritto da due giornalisti Ermanno Corsi e Piero Antonio Toma ed edito dalla Grimaldi & C. Un instant book per dodici presidenti della Repubblica, dieci supplenti (cioè i presidenti di turno del Senato che, come vuole la Costituzione, in assenza dei titolari ne hanno occupato lo scranno e qualche funzione) e infine una corposa appendice sulla storia del Palazzo per eccellenza, cioè il Quirinale, e chi ci aveva abitato prima, dai Papi-Re (dal ‘500 con Gregorio XIII a Pio IX nel settembre 1870) fino ai quattro Savoia con l’ultimo Umberto II, detto “il Re di maggio”.Dal 1° gennaio 1948 al 3 febbraio 2015 trascorrono 67 anni durante i quali si sono avvicendati per l’appunto dodici presidenti. Facendo un po’ di conti, fra chi se ne è andato prima, come Cossiga o Leone, chi ne è stato costretto, come Segni, e addirittura chi se ne è andato dopo, come Napolitano, la media della permanenza degli undici predecessori di Mattarella, ultimo arrivato, non è dei sette anni regolamentari, bensì di uno in meno.In queste pagine si susseguono, invece, notizie curiose, talvolta imbarazzanti, della vita privata degli inquilini del Colle, come mariti, padri e congiunti vari.Ne è venuto fuori un libro a metà strada tra il pamphlet e la narrazione divertita e ironica. Si comincia dagli amori “nascosti” di Enrico De Nicola alla mania per i testamenti dell’Einaudi “vignaiolo” di lungo corso bersagliato dalle vignette di Guareschi. Si procede con Giovanni Gronchi che una volta, pescato quasi in flagrante, confessò di essere sì un democristiano, ma soltanto dalla cintola in su. Ad Antonio Segni, detto “il Breve” perché colpito dall’ictus, si può appioppare di tutto, conservatore e riformista. Su Giuseppe Saragat, il più bersagliato dalla satira per il suo esibito amore per il Barbera , si vociferò anche (ma senza conferma) di un fuorionda indecente. Anche per Giovanni Leone si è adoperato lo spiedo fra corna presunte e reali. E arriviamo a Sandro Pertini: un protagonista in tutti i sensi, non si è mai perso un funerale, ai matrimoni avrebbe voluto essere la sposa ed è sempre rimasto un inguaribile impertinente. Di Francesco Cossiga si può affermare che si divise equamente fra maldicenze, affettuose amicizie e impietose picconate da fare invidia ai migliori autogol della storia. Oscar Luigi Scalfaro il predicatore e fustigatore democristiano-conservatore-integralista finì tra le braccia dei comunisti . Carlo Azeglio Ciampi con la fissa dell’inno nazionale e della bandiera, alla fine disse no al bis. Giorgio Napolitano il più resistente di tutti (quasi nove anni), da attore a comunista che strizzava l’occhiolino alla socialdemocrazia a figlio (presunto) di re Umberto II. E infine, al contrario di tanti altri politici abbarbicati alla poltrona, Sergio Mattarella dimessosi da ministro non potendo soffrire le leggi sulla tv varate negli ultimi anni.