
Da Capri Louis Molino – La domenica delle Palme un pò come in tutte le feste religiose si raccoglie” Sacralita’ Tradizione e Folklore” ma anche l’inizio della stagione turistica. Gli appuntamenti religiosi sono contraddistinti dalla Benedizione delle Palme che avviene in tutte le chiese dell’ isola, dalla chiesetta di San Michele (nella foto) circondata dalla fioritura e dai profumi della primavera proprio ai piedi del monte Tiberio alla chiesa di Santa Sofia nella cornice deliziosa di Anacapri, passando per l’ antico oratorio della ex Cattedrale di Santo Stefano, all’antica Chiesa di San Costanzo alla marina grande, fino alla benedizione nella piazzetta di Capri circondata da buona parte della comunità isolana.
I Colombini ( i palummiell pe’ Palme) sono delle piccole colombe bianche che vengono intrecciate e create dalle abili mani delle donne capresi estratte dalla pianta del fico vengono poi applicate su fili di ferro e abbellite con la carta velina colorata, anche questa un simbolo che sta’ scomparendo
Anche la stessa Palma o le foglie di Olivo trovano nella tradizione caprese delle forme e delle preparazioni uniche, come la Palma o L’olivo a cuoricino (Palm o Auliv a Curuniell)—
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Le palme di Confetti, cioe’ i confetti prodotti dagli artigiani sorrentini venivano e vengono anche oggi intrecciati e appicati su fili di ferro ed ecco che nascevano delle coreografie straordinarie, uno spettacolo per gli occhi e per il gusto!! Questa tradizione é stata importata alla fine del 1800 dalla vicina Sorrento dove la leggenda tramanda che, “durante una domenica delle Palme del XVI secolo, mentre i sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell’ulivo, risuonò l’allarme delle campane per l’ennesima invasione dei saraceni. Il prete uscì sulla soglia della chiesa con l’aspersorio, invitando tutti a benedire le palme, prima di correre ad armarsi. Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si fece il segno della croce e si recò sulla spiaggia di Marina Grande, attirato da un misterioso richiamo. Mentre il prete benediceva i ramoscelli d’ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava, trascinata dalle onde sulla spiaggia, dove venne raccolta dal pescatore. Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell’affondamento delle navi saracene. Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di volere diventare cristiana, per ringraziare Dio d’averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il desiderio, ella offrì l’unico bene in suo possesso: da un sacchetto legato al collo, tirò fuori una manciata di confetti bianchi, portati dalla sua terra”
