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Un amore che trova il suo epilogo all’ ombra dei Cipressi (prima parte) di Don Vincenzo Simeoli

flenningammmL’isola di Capri alla fine del 1800 una pittrice americana che incantata dalla bellezza dell’ isola vi si trasferisce, un giocane esule russo e una grande storia d’amore..  scritta e raccolta dallo storico Don Vincenzo Simeoli

 
Snella, alta, con una massa di capelli biondo ramati raccolti in una traccia ed un viso chiaro e luminoso costellato di lentiggini, sempre vestita di bianco da dare quasi una  impressione di una figura eterea a chi la osservava, Lucy Flenningan è stata una pittrice che ha vissuto la sua vita come un’opera d’arte piena di luce con le ombre che ne evidenziavano lo splendore. Nata negli Stati Uniti, a Boston, il primo luglio 1884, vinse una borsa di studio all’Accademia artistica di Boston per poter perfezionarsi a Roma nello studio del classicismo. Prima di giungere nella città eterna, però, si soffermò a Parigi che, ancora colma degli echi dell’impressionismo di Manet, Monet, Renoir, si avviava al post – impressionismo nel quale si raccoglievano tutte le correnti nate dall’impressionismo. Dopo questo soggiorno parigino giunse finalmente a Roma, dove si arricchì della cultura classica, ma potè anche ammirare da vicino i grandi della pittura del Rinascimento, e fu qui che conobbe la famiglia Mather e, soprattutto, le sue figlie Margareth e Carol.Con loro si recò in gita a Capri agli inizi del Novecento e quell’isola divenne la sua nuova casa per tutta una vita; infatti Lucy non ritornò più in America e non partiva mai da Capri se non per brevi periodi. Agli inizi alloggiò con la famiglia Mather presso l’hotel Quisisana tra il 1903 e il 1904, ma, quando i coniugi partirono da Capri per Firenze, Lucy e le sue amiche si trasferirono alla Strand pensione di Augusto Weber a Marina Piccola e poi là si affittò una stanzetta sul mare che adibì a studio pagato per diversi anni da Margareth, mentre la Statunitense dava piccole cifre all’oste quando poteva, anche se curò sempre lei stessa la pulizia e la cura della propria camera. Nella casa sotto lo studio abitava la famiglia Mellino, Vincenzo il padre ( 1885 – 1946) la moglie Gelsomina Vinaccia (1886 – 1959) e i loro sei figli, quattro femmine e due maschi, in particolare, però, Anna e Maria (1913 – 2010) strinsero amicizia con Lucy. Maria prendeva lezioni di inglese tanto che la pittrice le regalò un libro di fiabe in inglese e poi le spiegava tutte le costellazioni che nelle notti chiare si potevano ammirare dalla baia di Marina Piccola, mentre Anna era sempre attenta a preparare una brocca di rame piena di acqua presa da una fonte che si trovava a Marina Piccola vicino agli odierni bagni da Maria, per prepararla calda per il the (forse sarà stata questa abitudine di far bollire in una brocca di rame l’acqua calda a far nascere i futuri problemi di salute? ) e per questo la Flanningan affermava che Anna era una donna molto precisa ed attenta, cosa che del resto corrisponde al vero. Dopo il pranzo che Maria divideva sempre con la sua amica pittrice, Lucy si rinchiudeva nel suo studio rimanendovi a lavorare fino a tarda notte, tanto che le sue amiche ne sentivano i passi nervosi che andavano avanti ed indietro sino alle quattro del mattino.Lucy era dolce, caritatevole, cattolica osservante; la domenica mattina, con qualunque tempo, saliva in paese per la prima messa, amava trattenersi in sacrestia dove le piaceva sentire le storie raccontate dal sacrestano e fu lei a confortare la sua amica Maria a rassegnarsi per la tragica morte del diciasettenne Antonio Guida avvenuta il 5/11/ 1921 che tragicamente morì seppellito da una frana di terra che si staccò da un pendio mentre lavorava nella proprietà del marchese Patrizi Ettore nell’attuale “Canzone del Mare”. (Liber defunti XII 1919 – 1921 foglio 48 n°50 “quia obrutus terra improvisa desecta in labore”). La sua personalità era soffusa da un’aura di mistero che accresceva il fascino di quella creatura solitaria. Tutta presa dalla sua arte pittorica, si diceva che fosse dedita a pratiche mistiche. Ma un giorno il suo sguardo incrociò gli occhi dell’amore. Lei, così schiva e solitaria, fu sopresa da tali sentimenti, così forti che confessò le proprie emozioni solo a persone a lei fortemente care, come il suo confessore Don Luigi Lembo, che ovviamente, non riferì mai nulla in quanto legato dal segreto confessionale, e alla sua carissima amica Maria. Inoltre Edwin Cerio, conoscendo la verità, compose da questo episodio un romanzo “Il caso della signorina Spriengfield” edizione Casella Portici 1936, dove ci parla, pur usando nomi di fantasia, di una relazione di una signora straniera con un giovane il quale frequentava spesso il suo studio in riva al mare; e leggiamo “Lei lo amava speratamente”, ma questo suo spasimante beveva per dimenticare la sua passione e si aggirava di notte per i sentieri rupestri dell’isola, sino a concludere la sua vita con il suicidio. Un giorno fatale lo sguardo di Lucy, che aveva 37 anni, si incrociò con quello di un giovane russo di religione ortodossa, costretto all’esilio caprese dopo la vittoria dei Bolscevichi. Se ne innamorò disperatamente e, trasfigurata, ripeteva con gioia “Amo!”.Anche lui contraccambiò con folle amore il sentimento maturato nel cuore della Flemmingam, anche se il giovane trentaduenne preso dallo sconforto per quell’amore corrisposto e contrapposto allo stesso momento, lontano dalla patria, il 20 maggio 1921 si suicidò con un colpo di pistola sul portone d’ingresso di villa Ferraro. (continua la prossima settimana) di Don Vincenzo Simeoli
 
Un amore che trova il suo epilogo all’ ombra dei Cipressi (prima parte) di Don Vincenzo Simeoli ultima modifica: 2013-11-19T09:29:38+02:00 da Louis Molino
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