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Solennita’ di Sant Antonio Patrono di Anacapri, la tradizione

Manca poco per la tradizionale sollenita di Sant’ Antonio da Padova protettore e santo patrono di Anacapri, tante le tradizioni religiose e folkloristiche legate al santo patrono, la redazione di Caprinotizie seguira’ l’avvenimento con un reportage fotografico molto accurrato nel frattempo  riprendo un’ articolo del 2004 del professore Salvatore Bora’ sulla rivista Capri Review proprio in onore di Sant’ Antonio: “Nel nome del Santo” Le feste in onore di San Costanzo e Sant’Antonio. Tra fede e folklore Anche se San Costanzo è stato ed è patrono di tutta l’isola, gli abitanti di Anacapri dal 1718 hanno voluto mettere la loro “terra” sotto la protezione di Sant’Antonio da Padova che si festeggia il 13 giugno. Il culto del Santo è antichissimo e la sua effige è riprodotta in varie cappelle delle chiese dell’isola. Una vecchia stanza con un suo quadro, punto di sosta dei marinai che scendevano alla marina, è diventata la chiesetta che si può vedere quasi alla fine della cosiddetta Scala Fenicia all’inizio del territorio di Anacapri. L’immagine più antica è riprodotta nella tavola cinquecentesca che lo raffigura insieme alla Madonna della Libera e a San Michele Arcangelo nella prima cappella a sinistra dell’ex Cattedrale di Santo Stefano di Capri. Una settimana prima dei festeggiamenti, le strade principali e il sagrato della chiesa di Santa Sofia vengono illuminati da file di lampadine multicolori. Anticamente la chiesa veniva addobbata con ricchi drappi. La sera della vigilia, dopo l’esposizione solenne del Santo e con l’intervento dell’Arcivescovo, hanno luogo i vespri durante i quali i ragazzi ricevono la loro prima Comunione. La mattina del 13 il suono delle campane e lo sparo dei mortaretti annunciano l’inizio dei festeggiamenti. I balconi delle case sono addobbati con fiori e drappi e le strade adiacenti la Chiesa pullulano di bancarelle che espongono dolciumi, giocattoli, chincaglierie, articoli da regalo e per la casa. Durante il solenne pontificale celebrato con tutto il clero dell’isola vengono impartite le Cresime. Il momento culminante della festa è la processione che si svolge nel pomeriggio e coinvolge tutta la popolazione in uno spettacolo di fede e di folklore. I ragazzi della prima Comunione aprono il corteo seguiti dalle Figlie di Maria in veste bianca e velo celeste. Seguono le varie confraternite e il Santo che passa in una nube di incenso, di profumi e di canti per le strette strade stipate di fedeli, mentre le campane suonano a distesa. Miriadi di mortaretti solcano il cielo, mentre dai balconi scende una pioggia di fiori di ginestra che qui chiamano “fiore di Sant’Antonio”. Seguono il gruppo di autorità in forma ufficiale e un corte interminabile di fedeli. Una delle più belle attrattive è il gruppo degli “angioletti” che precedono il Santo: bambini vestiti con tuniche celesti. Vuole la leggenda che Gesù, nelle sembianze di bambino sia volato e si sia posato sul braccio di Sant’Antonio vivente, mentre pregava il Bambino e sua Madre. Tale episodio viene rievocato a piazzetta Boffe dove un angioletto fatto scorrere su un filo va incontro alla statua del Santo. L’altro gruppo che si fa notare è quello dei “monacelli”: ragazzini vestiti con saio e cordiglio che portano in un canestro un piccolo pane benedetto, detto “pane di Sant’Antonio” o “pane dei poveri” in ricordo della distribuzione che ad essi si faceva. Molte personalità e scrittori hanno raccontato la festa di Sant’Antonio di Anacapri, da Axel Munthe ad Amedeo Maiuri, da Fortunato Depero a Francesco Alberio, il poeta dialettale anacaprese il quale in una delle sue poesie estemporanee non manca di sottolineare l’addobbarsi delle donne in occasione della festa: «Tutte le zitelle – per farsi più belle – con merletti e ziarelli – si attuppano le gonnelle». Passando poi all’aspetto gastronomico in occasione della ricorrenza, scriveva: «E per la gran devozione – si deve fare un buon boccone» riferendosi alla preparazione dei piatti forti e tradizionali della cucina locale: maccheroni e “pettolelle”, “cazzarielli”, ravioli e agnolotti, galline imbottite, polli e conigli alla cacciatora, quaglie con piselli, capretto al forno e pesce scelto in umido. Il tutto innaffiato con generoso vino locale e scorpacciata finale di “cerase carnamele”, autentica specialità dell’agricoltura caprese.I festeggiamenti si chiudevano e si chiudono con il tradizionale concerto musicale in piazza Diaz. (Salvatore Bora’ sulla rivista Capri Review)  inserito da Louis Molino info@caprinotizie.it
Solennita’ di Sant Antonio Patrono di Anacapri, la tradizione ultima modifica: 2012-06-09T10:24:18+02:00 da Louis Molino
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